tag:blogger.com,1999:blog-40629318177063234012024-03-06T09:03:20.138+01:00Le fiabe di RaNella casetta al limitare del bosco vive una mamma con tre bei bambini.
E ogni sera, con fare un po' losco, cercan di alzarsi dai loro lettini.
"Mamma mi racconti la favola del…" chiedono i bimbi prima di dormire.
E quella mamma si siede sul letto, e con un sospiro inizia a narrare.
"C'era una volta", inizia così…
Ma avete già fatto anche voi la pipì?Rachelehttp://www.blogger.com/profile/11466642271123981534noreply@blogger.comBlogger10125tag:blogger.com,1999:blog-4062931817706323401.post-72111341532632768952016-10-23T12:50:00.002+02:002016-10-28T10:37:46.161+02:00Il trenino raffreddato<i>Per chi non si vuole coprire in inverno (età 1-3 anni)</i><br />
<br />
<br />
C'era una volta un trenino tutto rosso che lavorava in una piccola ferrovia fra la pianura e la montagna.<br />
Ogni giorno portava tante persone su in montagna facendo una grande salita, e poi le riportava a casa quando arrivava la sera.<br />
Era molto contento del lavoro che faceva perché sapeva che senza di lui tante persone non sarebbero riuscite a raggiungere la cima della montagna.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjglrCaqfsiSbxGb84MHMT4GWrcTnD9KBcwYlQyAZxFZVbVaZO15bUpb14iGm21hnY6oI2jkn15r7DgDm5_7W6yvRZfcj7t2M7yM4rk2-NRHGOk_3_igppyoGavWazOb_J1EHMjVgzJ_7g/s1600/unor.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="286" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjglrCaqfsiSbxGb84MHMT4GWrcTnD9KBcwYlQyAZxFZVbVaZO15bUpb14iGm21hnY6oI2jkn15r7DgDm5_7W6yvRZfcj7t2M7yM4rk2-NRHGOk_3_igppyoGavWazOb_J1EHMjVgzJ_7g/s400/unor.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il trenino in stazione è diretto sulle montagne</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
Si stava avvicinando l'inverno, e il trenino fece presente al capo stazione che in montagna faceva già un bel freschino.<br />
"Quando arrivo in montagna, tutto sudato per la salita, prendo sempre freddo. Potete fare qualcosa per aiutarmi a non ammalarmi?"<br />
Ma il capo stazione gli rispondeva che lui era un treno, e che doveva abituarsi allo sbalzo di temperatura. E che comunque non c'era niente da fare contro il freddo.<br />
Così dopo pochi giorni al trenino venne un grosso raffreddore, e con il camino tutto congestionato non riusciva a sbuffare il fumo fuori dalla locomotiva, e faceva tanta fatica a salire in cima alla montagna.<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5ZKNFaretdFp33ic1NMeUCNiVzEgl1Kxqsai6FeAm3l72vWVzBatM3HYq96JcprcuLAnTxxSfuF5Uq4-jEJo5e3JdGC4AbrIwk1gckHssmjh3pK3ysYGL9lokJMVsOXnaR2FjT1h_8iY/s1600/treno.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="283" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5ZKNFaretdFp33ic1NMeUCNiVzEgl1Kxqsai6FeAm3l72vWVzBatM3HYq96JcprcuLAnTxxSfuF5Uq4-jEJo5e3JdGC4AbrIwk1gckHssmjh3pK3ysYGL9lokJMVsOXnaR2FjT1h_8iY/s400/treno.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il trenino è tanto raffreddato</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
Una fredda mattina di inverno, allora, decise di non lavorare più.<br />
"Basta, io faccio sciopero!" disse il trenino colorato.<br />
Le persone che erano in stazione erano veramente disperate, e cercarono di convincerlo a partire ugualmente.<br />
"Per piacere!" diceva Camilla, una simpatica ragazza, "Devo raccogliere la neve per farmi una bella granita con la menta!"<br />
Ma non servì a niente.<br />
"Ti prego!" diceva Iury, un ragazzo sportivo, "Devo andare a sciare per allenarmi per la gara!"<br />
Ma nulla.<br />
"Per favore!" diceva il fattore Giuliano, "Devo portare il fieno alle mie mucche in montagna!"<br />
Ma anche questo non servì a niente.<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgT7GGEvdnHWuhLUtDo6hg4nzaiP99ojak_nO9zvmEsnzHmbiI5mzP9wz7bszFsNrxu5doa0SPScO2XpDy3o7IXNTW_yqU_6IimCv-QsqZfL6sgk-8lsiLUYHV2HqAiDhj4URShPThH4vE/s1600/mucche.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgT7GGEvdnHWuhLUtDo6hg4nzaiP99ojak_nO9zvmEsnzHmbiI5mzP9wz7bszFsNrxu5doa0SPScO2XpDy3o7IXNTW_yqU_6IimCv-QsqZfL6sgk-8lsiLUYHV2HqAiDhj4URShPThH4vE/s400/mucche.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le mucche di Giuliano aspettano il fieno</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Finchè una signora si avvicinò alla locomotiva e parlò con il trenino.<br />
"Tutti ti dicono quali sono le loro esigenze, ma nessuno chiede a te quali sono le tue. Perché scioperi, caro trenino? Cosa ti manca? Cosa ti serve?"<br />
Il trenino era finalmente ascoltato, e rispose alla signora gentile:<br />
"Ogni volta che salgo in montagna, dove fa più freddo, prendo un bel raffreddore. Sono tanto stanco di ammalarmi e nessuno fa niente per aiutarmi. Ora sono proprio stanco… etciù!"<br />
La signora ci pensò su un secondo e poi disse:<br />
"Se è solo questo il problema, io ho la soluzione giusta per te! Dammi qualche minuto"<br />
E si allontanò.<br />
Dopo circa una mezz'ora la signora tornò con un grosso pacchetto in mano.<br />
"Ecco, è per te, l'ho appena fatto! Spero che ti piaccia!"<br />
E tirò fuori dal pacchetto una lunghissima sciarpa rossa a righe bianche, e un caldissimo cappello rosso con un enorme pon pon bianco.<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwbEa5JyEccFPOi0vNOG-BaQs5G1F1G77ME3X_dQR1BM30hbgEds4tpvCoylb3K4ymu_u68iMoLl54PlLHhecb_l7f6B3-cMyY-f59Oqto8ugyhedB6vUGWHC2vfAYQmpkYF6OSF21efQ/s1600/cappello.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="303" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwbEa5JyEccFPOi0vNOG-BaQs5G1F1G77ME3X_dQR1BM30hbgEds4tpvCoylb3K4ymu_u68iMoLl54PlLHhecb_l7f6B3-cMyY-f59Oqto8ugyhedB6vUGWHC2vfAYQmpkYF6OSF21efQ/s400/cappello.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ecco il cappello e la sciarpa preparati dalla signora per il trenino</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il trenino non credeva ai propri occhi.<br />
"Su, provali! Guardiamo se ti stanno bene" disse la signora.<br />
<br />
La sciarpa e il berretto calzavano alla perfezione.<br />
Il trenino era così felice di avere una vera sciarpa e un vero berretto tutti per sé che fischiò a lungo per la gioia.<br />
"Tuuuuuuu! Tuuuuuuuu! Tutti in carrozza!" esclamò il trenino con gioia.<br />
E tutte le persone che erano in stazione si girarono a guardarlo, e fecero un grande applauso mentre lui sbuffava fumo bianco dalla piccola ciminiera e indossava un cappello e una sciarpa lunghissima.<br />
<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5_8roxMZ5Q_6bKSm1Uab8_MuA4PFS_NNDm6t1LJD_9mM2hwXSL5BE42mw-SBgzSUKFKYlDxh2zBPI6oR6teQ3-nXbV7NZVkHe_3T-yeYQrRr7aO_hBOuLtxakepHItlev-ZmXLTubo1E/s1600/trenofine.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="292" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5_8roxMZ5Q_6bKSm1Uab8_MuA4PFS_NNDm6t1LJD_9mM2hwXSL5BE42mw-SBgzSUKFKYlDxh2zBPI6oR6teQ3-nXbV7NZVkHe_3T-yeYQrRr7aO_hBOuLtxakepHItlev-ZmXLTubo1E/s400/trenofine.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il trenino con sciarpa e berretto ora è felice</td></tr>
</tbody></table>
<br />
E così tutto tornò alla normalità, e Camilla poté bere la sua granita, Giuliano poté dare il fieno alle sue mucche e Iury poté andare a sciare per allenarsi.<br />
E la signora che aveva fatto la sciarpa?<br />
Oh, lei salì al suo posto, sul treno, e strinse a sé una grossa scatola di biscotti fatti da lei.<br />
Doveva portarli al suo nipotino che la aspettava a braccia aperte su in montagna, e che era tanto raffreddato.<br />
Assieme ad un berrettino e una sciarpa nuova tutti per lui, perché quando fa freddo sono la cosa migliore per non ammalarsi.<br />
Parola di trenino!<br />
<br />
Fiaba e testo: Rachele<br />
Disegni: Dede<br />
<br />Rachelehttp://www.blogger.com/profile/11466642271123981534noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4062931817706323401.post-68399123506023397342016-10-23T12:14:00.000+02:002016-10-28T10:28:03.304+02:00Il taxi piccolo<i>(età 1-3 anni)</i><br />
<br />
C'era una volta un taxi piccolo piccolo.<br />
Era così piccolo, ma così piccolo, che dentro non ci entravano le persone normali, ma soltanto quelle molto piccole.<br />
Questo taxi piccolo sognava di diventare grande, e ogni volta che vedeva una macchina grossa sospirava e diceva "Oh, come vorrei essere grande, grosso e bello come lei!"<br />
<br />
Un giorno il taxi piccolo piccolo aveva caricato un bambino piccolo con il suo cagnolino piccolo e li stava portando a fare un giro per la città.<br />
Ad un certo punto si fermarono ad un semaforo rosso.<br />
Davanti a loro c'era una macchina enorme! Bellissima! Tutta lucida e colorata!<br />
Il taxi piccolo piccolo disse a voce alta "Oh! come vorrei essere grande, grosso e bello come te!"<br />
La macchina si girò ma non vide nessuno.<br />
"Chi ha parlato?" chiese.<br />
Allora il taxi piccolo piccolo rispose "Io! Sono io che ho parlato! Sono qui dietro di te!"<br />
La macchina si girò ancora. Guardò a destra, a sinistra, ma non vide ancora nessuno.<br />
"Sono qui! Sono io! Guarda più in giù, sono qui sotto!" gridò il taxi piccolo piccolo tutto emozionato.<br />
Allora la macchina guardò a destra, a sinistra, in alto e in basso… e vide il taxi piccolo piccolo che la guardava ammirato e faceva segnali con i fanali per farsi notare.<br />
La macchina lo vide e lo ignorò, e non appena scattò il verde partì rombando forte con il motore, e fece una nuvola di fumo nero che ricoprì tutto il taxi piccolo.<br />
Così il taxi piccolo piccolo iniziò a tossire per il grande fumo "Cofh! Cofh!"<br />
E il bambino piccolo, nel taxi piccolo, tossì pure lui "Cofh cofh! Cofh cofh!"<br />
E il cagnolino piccolo del bambino piccolo nel taxi piccolo piccolo tossì con la tosse dei cani "Buf! Buf! Buf!"<br />
<br />
Il taxi piccolo ci rimase così male, che disse "Ecco, se diventare grandi e grossi e belli significa essere antipatici ed altezzosi, allora preferisco essere piccino come sono, ed essere educato e gentile con tutti!"<br />
Da quel giorno il taxi piccolo piccolo non desiderò più essere diverso da com'era, perché aveva capito che la cosa più importante è essere amati e avere buoni amici, e che la bellezza da sola non serve a nulla.<br />
<br />Rachelehttp://www.blogger.com/profile/11466642271123981534noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4062931817706323401.post-1052405723388342502016-10-22T10:28:00.002+02:002016-10-28T13:51:07.631+02:00Dentino e i suoi amici #2: un grosso spavento<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;"><i>(età 4-8 anni)</i></span><br />
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;"><br /></span>
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Uno
di quei giorni, i quattro amici decisero di andare a fare una gita al Fiume
Azzurro. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Non
sapete che cos’è il Fiume Azzurro?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Non
tanto distante dal posto dove abitavano, c’era una grande vallata circondata da
rocce rosse, chiamata la Valle Misteriosa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Questa
valle era proibita a tutti i piccoli dinosauri perché era molto pericolosa. Ma
prima di arrivare alla Valle Misteriosa c’era un ruscello che scorreva fra
insenature e cespugli pieni di fiori.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">I
due fratelli triceratopi erano <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">erbivori</b>,
che vuol dire che si nutrivano di foglie, frutta ed erba, e a differenza di
Dentino e Donte che erano <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">carnivori</b>,
non vedevano l’ora di assaggiare tutto quel bendidio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Così
s’incamminarono tutti e quattro di buon mattino, e prima di pranzo erano
arrivati al ruscello.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">La
camminata gli aveva fatto venire fame, e i dinosauri erbivori mangiarono a
crepapelle: foglie tenerissime, fiori profumati ed erbetta fresca.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Invece
Dentino e Donte li guardavano con lo stomaco che brontolava sempre di più dalla
fame.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“Ma
come si fa a mangiare quella roba?” si chiedevano affamati. “E’ difficile anche
solo masticarla!”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">E’
vero: per Dentino e Donte era impossibile masticare l’erba, perché solo gli
erbivori hanno i denti adatti: devono essere grossi e piatti per triturarla e
sminuzzarla per benino. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Invece
Donte aveva il becco, e Dentino dei denti aguzzi che non avrebbero potuto
masticare nemmeno una margherita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Così
andarono a fare due passi lungo il ruscello, e notarono che nell’acqua si
muoveva qualcosa di grosso e veloce. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Ma
quelli erano pesci!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Dentino
aveva sentito parlare dei pesci ma non li aveva mai assaggiati; per curiosità decise di
provare a catturarne uno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Tenne
le zampe posteriori fuori dall’acqua e si sporse sul ruscello, e quando vide
passare sotto di sé un pesce luccicante, lo attaccò con le sue zampette
anteriori, e i suoi artigli ZAC! lo infilzarono in men che non si dica.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Dentino
era orgogliosissimo della sua caccia, e assaggiò il primo pesce della sua vita.
Era BUONISSIMO, e l’aveva catturato tutto da solo! <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Era
tanto buono che ne mangiò tanti altri finchè si sentì finalmente sazio. Donte
invece era abituato al pesce, che era uno dei suoi cibi preferiti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Quando
furono stanchi di mangiare e giocare, decisero che era arrivata l’ora di tornare alle
grotte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Lungo
la strada cantavano tutti e quattro allegramente, quando sentirono dei passi pesanti
dietro di loro (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Tumpf….Tumpf… Tumpf</i>…),
e videro un’ombra che si avvicinava sempre di più veloce, minacciosa: era un
Velociraptor.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman";"><span style="font-size: 13pt;">I
cuccioli iniziarono a correre a perdifiato: mamma che paura! erano </span><span style="font-size: 17px;">spaventosissimi</span><span style="font-size: 13pt;">!<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">"Presto Dentino, per di qua!"</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">"Corri Trixi! Nascondiamoci là!"</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">"Vola Donte, tu puoi salvarti!" gridavano i cuccioli. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Avevano
sentito parlare di questi dinosauri dagli artigli terribili, ma non ne avevano
mai visto uno in pelle ed ossa. E così grosso poi!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">I
quattro amici correvano più veloci che potevano, ma il velociraptor era più
rapido di tutti, e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Tumpf….Tumpf… Tumpf</i>…
li raggiunse in quattro balzi prima che potessero scappare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Dentino
si fermò con aria coraggiosa e affrontò il nemico: <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“Io
sono un T-Rex, e un tirannosauro non scappa mai di fronte a nessuno!” gridò
pieno di collera verso l’affamato avversario.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“Ah!ah!ah!”
rise quello prendendolo in giro. “Figuriamoci se mi spavento per un moccioso
come te! Anche se sei un tirannosauro ti posso schiacciare con una sola
zampata” e provò a tirar su la zampa per pestarlo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Ma
Dentino era più veloce, e riuscì a schivare la pedata. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Anzi,
appena il velociraptor posò la zampaccia per terra, lui ci saltò sopra e gli
fece un gran male, dandogli pure un morso sugli artigli con i suoi dentini aguzzi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Trixi,
Donte e Cornetto si erano nascosti dietro a delle grosse pietre e non osavano
fiatare per la paura. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Ma
gli sforzi di Dentino servirono a poco: il velociraptor era più affamato e
arrabbiato di prima.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Buttò
a terra Dentino con una lesta zampata, e stava quasi per mangiarselo quando…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Quando
a Dentino venne un’idea:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“Aspetta!”
gli gridò.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Il
velociraptor, stupito, si fermò.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“Ho
una proposta da farti, ma tu devi promettere di non mangiarci”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Quello
rise ancora più forte, ma incuriosito chiese: “Sentiamo, quale sarebbe questa
proposta?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Dentino
rispose “Ho scoperto un posto dove ci sono dei grossissimi pesci. Se hai fame,
lì potrai trovare cibo in abbondanza e facile da catturare. Se invece mangi me,
dopo dovrai vedertela con la mia mamma che non te la farà mica passare liscia”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">La
bestia si fermò: Dentino aveva ragione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Mangiare
un cucciolo di T-Rex era molto facile, ma poi i suoi genitori lo avrebbero
cercato per vendicarsi. Inoltre il pesce era un cibo molto prelibato e
nutriente…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Così
decise di accettare il patto. </span><span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13pt;">"Affare fatto, l'idea non è tanto male anche se viene da un moscerino come te!" e promise di lasciarli salvi. In cambio Dentino gli spiegò
come raggiungere il Fiume Azzurro.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“Bada
però: se scoprirò che mi hai imbrogliato, tornerò a cercarti e allora non sarò
più tanto comprensivo!” ringhiò il predatore prima di andarsene.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Poi,
finalmente se ne andò.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;"><br /></span>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_DmnYbNkQVDBPSRvwH9-05JZTCFo_lukhCnpS-5vPR5Kktdi8lXQ_ZMHXUUE5q7K9SQwQj_z26iMPJPey47QbKUK_rKlw7qwFrX4vvUwgtHr5jIuu4aQbyMP89XBK_pLUFJmPED828iY/s1600/Dentino+BUUUH.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="295" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_DmnYbNkQVDBPSRvwH9-05JZTCFo_lukhCnpS-5vPR5Kktdi8lXQ_ZMHXUUE5q7K9SQwQj_z26iMPJPey47QbKUK_rKlw7qwFrX4vvUwgtHr5jIuu4aQbyMP89XBK_pLUFJmPED828iY/s400/Dentino+BUUUH.png" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">C'è solo una soluzione: scappiamo!</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“E
adesso che facciamo?” bisbigliarono gli altre tre dinosauri uscendo dai loro
nascondigli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“C’è
solo una soluzione: SCAPPIAMO!” propose Dentino, e tutti e tre si misero a
correre verso casa, fra i cespugli e l’erba alta, e non si fermarono nemmeno
per voltarsi indietro. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Donte
invece volava sbattendo le sue alucce veloce veloce.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Erano
quasi arrivati, quando sentirono dietro di loro i passi che conoscevano bene.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Tumpf….Tumpf… Tumpf… </span></i><span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“Eccovi
qui”, disse il predatore, “avevate fretta di andarvene?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">I
piccoli si strinsero uno vicino all’altro e lo guardarono spaventati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“Vi
ho cercato solo per ringraziarvi, amici! Mi avete fatto scoprire un posto
speciale, e ogni volta che avrò voglia di pesce andrò lì. </span><span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13pt;">E
adesso manterrò la mia promessa: andate, siete salvi”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Il
velociraptor saltò via e sparì dalla loro vista. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">I
quattro amici non riuscirono a dire una parola per la paura: l’avevano scampata
bella! <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Quella
sera Dentino raccontò alla mamma tutto quello che era successo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Lei
gli rispose: “Adesso Dentino hai imparato la lezione sulla tua pelle. Non è
sicuro andare da soli nei posti sconosciuti: potreste incontrare dinosauri carnivori
golosi di cuccioli, e se vi trovano da soli vi potrebbero mangiare in un solo
boccone! E’ per questo che non dovete mai avventurarvi da soli fuori dal nostro
giardino. Te lo ricorderai per la prossima volta?”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">E
dopo queste parole, Dentino, rasserenato, si addormentò felice e stanco, al
sicuro fra le zampone della mamma.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
Fiaba e testi: Rachele<br />
Disegni: Stefano Pan</div>
Rachelehttp://www.blogger.com/profile/11466642271123981534noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4062931817706323401.post-52334317135454201382016-10-22T10:15:00.003+02:002016-10-28T13:44:15.538+02:00Dentino e i suoi amici #1: l'inizio dell'avventura<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;"><i>(età 4-8 anni)</i></span><br />
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;"><br /></span>
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Era
una bella giornata di sole quella in cui l’uovo si schiuse piano piano. Il
grandissimo dinosauro aspettava da giorni, e quando sentì il crack tanto atteso
si riempì di gioia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Poco
dopo, un musetto simpatico fece capolino dal guscio rotto, con due piccoli
dentini aguzzi e tutto il resto della bocca sdentato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">La
mamma lo guardò emozionata: “Ti chiamerò Dentino” gli disse con amore.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifQ-17qJMNn88FlY5y693gltuK5heOCFEVQ4jOAnLzYTBiYofOId9JErzS3-rDadRtiAT2X8YE41k9QraxJEeiEqk8CFCyRZkd5oxaYxnIvZROf2K0zCklxSqcpEGkytLBUbuBSeRqv5c/s1600/dent1.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifQ-17qJMNn88FlY5y693gltuK5heOCFEVQ4jOAnLzYTBiYofOId9JErzS3-rDadRtiAT2X8YE41k9QraxJEeiEqk8CFCyRZkd5oxaYxnIvZROf2K0zCklxSqcpEGkytLBUbuBSeRqv5c/s400/dent1.png" width="291" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">"Ti chiamerò Dentino!"</td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Con
il passare dei giorni Dentino cresceva robusto e bello, da solo con la sua
mamma perchè il papà era partito per un lungo viaggio e non aveva altri
parenti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">In
quel posto era l’unico esemplare della sua specie: il temutissimo Tirannosauro,
il re dei dinosauri!</span><span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13pt;"> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Poco
distante dalla sua grotta erano nati altri due cuccioli di dinosauro, molto
diversi da lui: avevano un buffo cornettino sul naso, e una specie di grande
ventaglio che gli circondava la testa. Ogni volta che Dentino si avvicinava per
conoscerli, loro scappavano terrorizzati gridando: “Aiuto! Scappiamo! Si salvi
chi può!” <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Dentino
ci rimaneva ogni volta malissimo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“Forse
pensano che io non sia molto simpatico”, si disse Dentino fra sé un giorno. E
così decise di avvicinarsi all’improvviso ai due piccoli dinosauri e di far
loro un simpatico scherzetto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“Questo
dovrebbe convincerli che sono simpatico!”, pensò. </span><span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13pt;">E
mentre saltava fuori da dietro una roccia urlò “BUUUU!” con quanto fiato aveva
in gola.</span><span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13pt;"> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Purtroppo
l’idea non si rivelò molto buona. Infatti i due piccoli dinosauri scapparono a
gambe levate non appena Dentino saltò in mezzo a loro, terrorizzati.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“Forse non
mi vogliono perchè pensano che io non sia abbastanza bravo a correre”,
pensò ancora Dentino.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">E
così decise di dimostrare ai piccoli dinosauri che invece era molto veloce, e
gli corse dietro più veloce che potè non appena li vide giocare in lontananza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Ma
purtroppo anche questa idea non ebbe molto successo. I due fratelli erano così
spaventati che iniziarono a chiamare aiuto, e arrivò la loro mamma a fermare la
corsa di Dentino, mettendosi fra lui e i cuccioli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Dentino
non riusciva proprio a capire perché non lo facessero giocare con loro. Era
così triste che non aveva voglia nemmeno di fare le sue passeggiate con la
mamma Dentona.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“Cosa
ti succede, Dentino? Perché sei così triste in questi giorni?”, le chiese lei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Dentino
le raccontò dei cuccioli di dinosauro che non volevano giocare: “Mamma, perché
nessuno vuole giocare con me? Ogni volta che mi avvicino ai cuccioli, loro
scappano”</span><br />
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9BViISluxkMSnircyAUIupr5cKDfVP-ABEX3M5704fIZAQiEFjsxqzGTXChtiQdaGy_gJ8oCbht6dBA4EBn8sx2_IQiVcSEaEKGRW0CTXrrhj4saxz3Z5cTLGAQ_gp2NEveI6djjD0_0/s1600/dent2.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9BViISluxkMSnircyAUIupr5cKDfVP-ABEX3M5704fIZAQiEFjsxqzGTXChtiQdaGy_gJ8oCbht6dBA4EBn8sx2_IQiVcSEaEKGRW0CTXrrhj4saxz3Z5cTLGAQ_gp2NEveI6djjD0_0/s400/dent2.png" width="305" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">"Non vogliono mai giocare con me…"</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;"><br /></span>
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">La
mamma allora lo leccò sulla testa e disse dolcemente:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“Tesoro,
la verità è che loro hanno paura di te. Tu sei un T-Rex, il più feroce e
pericoloso fra i dinosauri. Ogni volta che corri verso di loro, pensano che
vuoi attaccarli. Ogni volta che fai degli scherzi, loro pensano che vuoi
aggredirli. E’ per questo che ti temono e scappano: hanno paura che tu li
voglia mangiare, perché noi siamo dinosauri <b>carnivori </b>e mangiamo la
carne di altri animali!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Dentino
aveva capito, e trovò una soluzione: parlare con loro e spiegare che aveva solo
voglia di giocare insieme.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Ma
come fare, se appena provava ad avvicinarsi, loro fuggivano a gambe levate
dalla mamma?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Un
pomeriggio Dentino ebbe una grande fortuna: un piccolo dinosauro con le ali
stava volando basso in cielo, quando andò a sbattere contro un ramo e cadde
frastornato. Dentino gli corse in contro e lo bloccò sul terreno mettendogli
una zampa sulle ali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“Stai
tranquillo, non voglio farti del male. Voglio solo che tu mi faccia un favore,
te la senti?” disse Dentino a quello pteranodonte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Chiese
all’uccello di volare fino ai suoi vicini di grotta e di riferire loro un
messaggio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">“D’accordo”
rispose l’uccello. “Io dirò che tu vuoi soltanto giocare insieme a loro. Ma in
cambio… voglio giocare anche io con voi!” concluse il cucciolo alato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">E
così il piccolo dinosauro volante, che si chiamava Donte, riferì il messaggio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Il
giorno dopo, quando Dentino provò ancora ad avvicinarsi, uno dei due dinosauri
con le corna sulla testa gli disse: “Ciao. Io mi chiamo Trixi e sono un
cucciolo di triceratopo. Lui si chiama Cornetto ed è mio fratello. Hai detto
che non ci mangerai, vero?”</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 11.0pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Dentino
mostrò i due dentini aguzzi e giurò che mai nessuno dei suoi denti avrebbe
toccato alcuno di loro, ridendo di gioia. Non poteva credere alle sue orecchie:
aveva finalmente degli amici!</span></div>
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<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Da
quel giorno una nuova vita lo aspettava, e Dentino era finalmente felice.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;"><br /></span>
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;"><br />Fiaba e testi: Rachele</span><br />
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;">Disegni: Gabriella Divittorio</span><br />
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 13.0pt;"><br /></span>
<span style="font-family: "times new roman"; font-size: x-small;"><i>(Liberamente ispirato da "La valle incantata")</i></span></div>
Rachelehttp://www.blogger.com/profile/11466642271123981534noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4062931817706323401.post-87968102529547724102016-10-22T09:28:00.004+02:002016-10-23T14:39:05.468+02:00Il leprotto con le stampelle<i>Per chi dice bugie e si fa beffe degli altri. </i><i style="font-family: 'times new roman'; font-size: 13pt;">(età 3-6 anni)</i><br />
<div>
<i style="font-family: 'times new roman'; font-size: 13pt;"><br /></i></div>
<br />
In quella radura vivevano felici e spensierati.<br />
Erano in tanti a popolare tutte quelle buche nel terreno. Alcune si erano formate da sole fra le radici di certi alberi, in seguito alle piogge, altre le avevano scavate loro.<br />
La popolazione dei leprotti selvatici viveva in serenità, e bastava stare attenti alle aquile che si precipitavano di tanto in tanto dal cielo, in picchiata per catturare qualche preda.<br />
Erano ottantotto leprotti, tutti con la codina a forma di pon pon e le zampette robuste.<br />
<br />
Un giorno il giovane leprotto Tip Tap ebbe un piccolo incidente, e si fece male ad una zampa. Il dolore non gli era passato nemmeno il giorno dopo, così l'anziana lepre della comunità capì che bisognava tenere la zampa a riposo.<br />
Leprotto fu costretto a rimanere sdraiato per molti giorni, senza sforzare la zampetta, e tutti gli altri membri del gruppo si alternavano con premura per portargli cibo e acqua, e gli amici lo facevano giocare per non lasciarlo solo ad annoiarsi troppo.<br />
"Tip Tap ti ho portato una carota tenera e appena raccolta dal campo del contadino" diceva qualcuno.<br />
"Tip Tap ho trovato un bulbo di rapa fresco e succoso, ho subito pensato a te!" diceva qualcun altro.<br />
Tip Tap mangiava, beveva, sonnecchiava tanto e si divertiva con i suoi amici che andavano a trovarlo.<br />
Dopo quei giorni passati immobile, il saggio del paese gli concesse di alzarsi e muoversi con l'aiuto di due piccole stampelle di legno: "Ormai il peggio è passato, ma non puoi ancora appoggiarti troppo sulla zampetta. Cammina aiutandoti con questi bastoncini e nel giro di un paio di settimane non ne avrai più bisogno"<br />
<br />
Passavano i giorni e Tip Tap riusciva ad andare dove voleva con le sue stampelle, ma stranamente non guariva, e si muoveva sempre molto lentamente. Gli amici lo aiutavano a fare tutto, e continuavano a portargli e verdure da sgranocchiare perchè lui si sentiva troppo debole per andarne in cerca da solo. E quando giocavano, lui aveva sempre la parte che preferiva, si sedeva nel posto migliore e spesso lo facevano vincere apposta per accontentarlo!<br />
Dopo tre mesi interi Tip Tap si lamentava ancora, e tutti continuavano a coccolarlo.<br />
"Come sono sfortunato!" piagnucolava il leprotto, "Voi tutti potete correre dove volete e io invece sono sempre costretto a sedermi qui, senza potermi divertire come voi!"<br />
<br />
Un giorno un amico leprotto di nome Top lo vide allontanarsi lentamente dalle tane fra le radici. Tip Tap si guardava attorno con una strana aria sospetta e si dirigeva verso il fiume. Il suo amico Top si incuriosì e decise di seguirlo senza farsi vedere.<br />
Tip Tap zoppicava visibilmente, ma più si allontanava dal villaggio e più riusciva a camminare veloce. Arrivato alla sponda del fiume, il leprotto lasciò le sue stampelle per terra e si avvicinò all'acqua. Infilò una zampina nel fiume e sorrise di piacere.<br />
"Ah! Che bello sentire l'acqua fresca! Ci vuole proprio un bel bagnetto in una giornata calda!" sospirò Tip Tap parlando ad alta voce.<br />
<br />
Top lo spiava da dietro a un cespuglio: "Rimango qui a controllare. Se Tip Tap dovesse avere bisogno di aiuto ci sarò io ad aiutarlo, e tutti mi considereranno un grande eroe!" pensò.<br />
Tip Tap entrò in acqua e iniziò a nuotare. E poi a saltellare dalla gioia, finchè il leprotto uscì perfino dal fiume, corse fino ad una roccia piatta ai margini del corso d'acqua, e da lì saltò e si tuffò facendo capriole e tuffi acrobatici.<br />
Top non credeva ai suoi occhi!<br />
"E così eccolo qui, il povero leprotto zoppicante! Riesce a correre e a saltare come vuole, ma nel villaggio continua a fingere di star male… Qui ci vuole una lezione!" pensò Top molto arrabbiato per essere stato preso in giro fino a quel momento.<br />
<br />
Top tornò di corsa al villaggio senza farsi vedere da Tip Tap, e chiamò a raccolta tutti i suoi amici.<br />
"Amici, siamo stati imbrogliati per mesi! Ho visto Tip Tap al fiume saltare, fare tuffi e correre a perdifiato senza le sue stampelle, e faceva perfino le capriole!"<br />
Gli amici erano indignati.<br />
"Ci vuole una lezione!" diceva uno.<br />
"Dobbiamo punirlo!" gridava qualcun altro.<br />
"Affrontiamolo subito" si lamentavano gli altri.<br />
Ma Top ebbe un'idea. "Che ne dite di questo piano? Potremmo…" e chiamati attorno a lui tutti i leprotti, espose il suo piano per smascherare l'imbroglione.<br />
Quando Tip Tap finì il suo bagno non aveva la minima idea di quello che stava succedendo al villaggio. Riprese le stampelle e tornò indietro, fingendo la solita camminata zoppicante.<br />
Quando arrivò tutto sembrava normale. Ma dopo pochi minuti sentì un grido.<br />
"Le aquile! Arrivano le aquile!"<br />
Tip Tap si guardò attorno e vide che ogni leprotto lasciava la su attività per guardare il cielo.<br />
"Mettetevi tutti in salvo! Le aquile stanno arrivando!" gridò suo zio lepre.<br />
"Presto, ai nascondigli! Tutti alle tane" urlò il saggio del villaggio.<br />
E in quel fuggi fuggi generale Tip Tap dimenticò la sua pantomima, iniziando a correre anche lui a perdifiato verso la tana.<br />
Corse veloce e senza badare agli altri, perchè quando incombe un pericolo così grande non hai il tempo di guardarti intorno.<br />
Quando arrivò alla sua tana ansimava ancora e continuava a guardare il cielo alla ricerca delle spaventose aquile. Ma nulla, non si vedeva nulla.<br />
<br />
"Ehm ehm…" sentì dire dall'interno della tana.<br />
Si girò e vide che un folto gruppo di lepri lo aspettavano nella tana. Poi guardò fuori e vide che altre lepri si avvicinavano al suo buco, con aria molto seria e arrabbiata.<br />
Solo allora si rese conto che non aveva con sé le stampelle.<br />
"E così ti sei preso gioco di noi fino ad oggi, eh?" gli chiese la mamma.<br />
"Hai finto di avere dolore per essere servito e coccolato, eh?" gli disse il papà.<br />
"E ci hai mentito ogni giorno per avere le parti migliori nei giochi, eh?" aggiunse Top.<br />
"E' comodo se tutti ti portano da mangiare senza dover più andare in giro a cercar cibo, eh?" concluse lo zio.<br />
Tip Tap non sapeva cosa rispondere, e abbassò la testolina per la vergogna.<br />
<br />
Fu l'anziano saggio del villaggio a trovare una soluzione:<br />
"Tutti quelli che si sono sentiti beffati dal ragazzo rimangano qui. Gli altri possono andare"<br />
Una dozzina di lepri, fra parenti e gli amici più intimi, rimase nella tana mentre gli altri uscirono a poco a poco.<br />
Tip Tap non osava guardarli in faccia.<br />
"Ragazzo, costoro ti hanno servito per tre mesi nonostante tu non ne avessi più bisogno. Ecco la tua punizione: farai con loro quanto loro hanno fatto a te! Ogni giorno sceglierai qualcuno a cui porterai cibo e acqua, e aiuterai i tuoi amici a vincere nei giochi, lasciando le parti migliori agli altri. Per tre mesi. Solo allora il tuo debito sarà ripagato, perché chi la fa l'aspetti"<br />
<br />
E così il leprotto che aveva fatto il furbo, diventò un esempio di obbedienza e dedizione, e senza la minima obiezione continuò a servire e coccolare e viziare tutti coloro che lo avevano fatto con lui.<br />
E anche se ogni tanto gli veniva un po' di male alla zampetta, non ebbe il coraggio di dirlo a nessuno, e strinse i denti senza un solo lamento.<br />
E vi dirò di più: dopo che furono passati i tre mesi si accorse che gli piaceva così tanto prendersi cura degli altri, che continuò a farlo con piacere, senza più alcun obbligo!<br />
<br />
<br />Rachelehttp://www.blogger.com/profile/11466642271123981534noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4062931817706323401.post-62422730506610066612016-10-21T16:49:00.004+02:002016-10-23T14:39:25.458+02:00Il regno nello specchio<i>Per chi è troppo vanitoso. </i><br />
<i>Per chi si fida degli sconosciuti. </i><i style="font-family: 'times new roman'; font-size: 13pt;">(età 5-8 anni)</i><br />
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<i style="font-family: 'times new roman'; font-size: 13pt;"><br /></i></div>
<br />
<br />
Erano senz'altro le bambine più belle della città, questo era fuori discussione. E la cosa simpatica è che erano belle almeno il doppio delle altre persone, visto che erano gemelle e si somigliavano come due goccioline d'acqua.<br />
Mamma e papà avevano desiderate tanto dei figli, e ora che finalmente erano arrivate loro, erano la luce della loro vita. Erano coccolate e vezzeggiate e riempite di regali perfino oltre i loro desideri.<br />
Nella loro cameretta rosa, riempita di bambole e peluche che nemmeno in un negozio di giocattoli ce ne stanno tanti, c'erano due bei letti a baldacchino con tende di raso e fiocchi come vere principesse. E uno specchio alto alto, che partiva dal pavimento e ricopriva tutta la porta, era stato montato dal padre perché potessero guardarsi tutte intere.<br />
Alba e Aurora avevano tutto quello che si poteva sognare alla loro età. Se fossero felici, però, non lo so dire, perché non sembravano mai soddisfatte delle innumerevoli attenzioni che ricevevano dai poveri genitori, che spendevano tutti i loro risparmi per comprar loro nuovi vestiti e giocattoli.<br />
<br />
Una sera di primavera, quando l'aria era già profumata di fiori e si potevano tenere le finestre aperte, mentre stavano bisbigliando per non farsi sentire dalla mamma che le aveva già messe a letto, sentirono bussare dalla porta della loro cameretta.<br />
"Mamma? Sei tu?"<br />
Nessuna risposta. Solo tre piccoli tonfi che si ripetevano per la seconda volta.<br />
<i>Tump tump tump.</i><br />
"Papà?"<br />
Silenzio.<br />
Le bimbe smisero subito di parlare e si misero a sedere sul letto, incuriosite.<br />
<i>Tump tump tump.</i><br />
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Ancora.</div>
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"Avanti!" provò a dire Aurora.</div>
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E senza che la porta si muovesse di un millimetro, una buffa figura pelosa uscì dallo specchio.</div>
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Era piccola e rotonda come una palla di peluche e aveva due orecchie lunghe fino ai piedi, e dei baffi dritti come i ferri da maglia della nonna.</div>
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"Buongiorno principesse" disse la palla di pelo con voce roca ma che le faceva sentire al sicuro.</div>
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"Vorrai dire buonasera!", rispose Alba senza avere la minima idea dell'essere con cui stava parlando.</div>
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"Buonasera principesse", si corresse lui. E fece un inchino.<br />
Ora, provate ad immaginare una palla di pelo che si inchina verso terra! Ci riuscite? In effetti quell'inchino lo fece rotolare sul pavimento in modo così buffo che le due bambine scoppiarono a ridere divertite.</div>
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"Chi sei?" chiesero in coro quando lui si ricompose e tornò in piedi.</div>
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La palla di pelo rimase in silenzio per qualche istante, ottenendo la totale attenzione delle bambine.<br />
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"Sono l'ambasciatore del Magico Regno Nello Specchio, e sono qui per cercare una regina, visto che la nostra è diventata troppo vecchia. Ha compiuto ormai vent'anni, e le principesse a vent'anni non sono più belle come prima."</div>
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Dopo un istante di silenzio, la palla di pelo continuò.</div>
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"Sono stato inviato fin qui perché voi siete le prescelte. Voi siete le regine più belle che il nostro reame possa desiderare, e se vorrete accettare di seguirmi vi porterò in trionfo fra la nostra gente come meritate"</div>
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Le bambine non dissero una parola ma lo ascoltavano a bocca aperta, sedute sui loro letti e protese verso di lui.</div>
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Così detto, lo strano tipo rimase fermo a guardarle, con una mano sul posto del cuore e fissando ora l'una, ora l'altra sorella.</div>
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Loro si guardarono perplesse.</div>
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"Vuoi dire che il tuo popolo ha scelto noi per diventare regine?" chiese Alba.</div>
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"Si, mia signora. Da giorni i nostri sarti stanno cucendo abiti reali di seta e pietre preziose che si intonino con i vostri occhi. E i nostri orafi stanno costruendo corone d'oro zecchino e gioielli che vi faranno brillare come stelle, se verrete con me nel mio regno"</div>
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Le bambine avevano gli occhi che brillavano per l'emozione.</div>
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"Ma quanto dovremo rimanere da voi?" chiese una.</div>
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"Soltanto finchè ne avrete voglia, mie signore. Voi sarete le regine e comanderete su tutto. Potrete decidere cosa fare, e quando, e come. Avrete il potere su tutto perché voi avete la cosa che più ci interessa: la bellezza"</div>
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La cosa sembrava proprio interessante, e non ci volle molto per convincere le due piccole: la decisione era presa!</div>
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Indossarono le ciabattine rosa di pelo con le perline e i nastri e seguirono l'ambasciatore verso la porta.</div>
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Lui si fermò proprio davanti allo specchio e disse "Ecco lo specchio della verità, che mostra quello che conta di più nella vita: la bellezza! Prendetevi per mano mie signore, e saltiamo insieme"</div>
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Loro si guardarono riflesse nello specchio: erano davvero belle, e i loro occhi brillavano di felicità perché finalmente qualcuno avrebbe loro dato quello che si meritavano! Si presero per mano e ad un cenno dell'ambasciatore saltarono verso lo specchio.</div>
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E miracolo! </div>
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Anziché andare a sbattere contro il vetro, vennero risucchiate velocemente in un vortice che le fece precipitare in un tunnel di luci colorate e le trasportò lontano, lontano, lontano… fino al Magico Regno Nello Specchio.<br />
<br />
Quando arrivarono trovarono una sorpresa inimmaginabile: cento, forse mille, forse cento-mila palle di pelo stavano ad aspettarle dall'altra parte dello specchio, e non appena le bambine planarono in quel mondo sconosciuto tutti gli abitanti iniziarono a saltellare per la gioia, gridando festosi:<br />
"Evviva le nostre regine! Evviva le nostre belle regine!"<br />
Alba e Aurora non credevano alle loro orecchie, e si sentivano finalmente apprezzate per quanto valevano veramente.<br />
La mamma diceva sempre loro che non era importante essere belle ma era più importante essere buoni dentro. Diceva che non era importante il vestito che indossavi, ma che fosse pulito. E che non bisognava dare confidenza agli sconosciuti perché poteva essere pericoloso…<br />
Tutte balle! Finalmente loro, grazie proprio ad uno sconosciuto, potevano essere delle vere regine e vivere felici per tutta la vita. Forse la mamma aveva sempre mentito per paura che qualcuno potesse allontanarle da lei, ecco qual era la verità.<br />
<br />
Le due sorelle furono scortate al palazzo reale fra i petali di fiori, e mentre salutavano la folla agitando le mani con grazie, si sentivano le bambine più fortunate del mondo. Il guardaroba poi era pieni di abiti come nemmeno nei sogni avrebbero potuto immaginare, e diamanti grossi come ceci erano a disposizione per i loro capelli. Le due bambine si sentivano aleggiare come su una nuvola confuse da tanti onori e tanta fortuna.<br />
A turno sedevano nella sala del trono, e mentre una si comportava da regina, l'altra riposava.<br />
Decine di palle di pelo andavano a trovarle nella sala del trono ogni giorno e ogni notte, e si inchinavano davanti a loro solo per guardarle e ammirarne la bellezza. Dovevano fare i turni e alternarsi sul trono perché non c'era mai sosta dalle visite dei sudditi.<br />
<br />
Aurora e Alba iniziarono a mostrare qualche segno di noia dopo tre o quattro giorni dal loro arrivo.<br />
"Vorrei vedere mia sorella" disse Aurora una mattina al ciambellano di corte.<br />
"La regina Alba sta dormendo, e non è possibile disturbarla" le rispose quello senza prendere in considerazione la sua richiesta.<br />
"Sono la regina, questo desidero" protestò lei invano. Ma tutto fu inutile.<br />
"Vorrei andare a fare una passeggiata per visitare il mio regno" comunicò Alba una sera, prima che iniziasse il suo turno al trono.<br />
"Ci sono decine di sudditi in fila da ore, una regina non può abbandonare il suo posto" le rispose il solito ciambellano.<br />
"Ma sono la regina, questo desidero" protestò invano.<br />
E ancora.<br />
"Avrei proprio voglia di un gelato alla crema", esclamò Aurora in un pomeriggio d'estate, sudando per il caldo.<br />
"La regina deve rimanere bella per il suo popolo, e un gelato può rovinarti la linea" rispose il ciambellano.<br />
Le due bambine non tardarono a capire che quel castello fatato si stava rivelando una prigione, e sebbene lussuosa e sfarzosa, sempre di una prigione si trattava.<br />
Si sentivano anche molto sole, perché alla lunga avere di fronte persone che ti apprezzano soltanto per il tuo aspetto fisico, senza essere mai interessate ai tuoi desideri, o a quello che hai da dire, alla lunga -dicevo- può stancare.<br />
E così iniziarono a piangere per la tristezza, e a spegnersi piano piano come la fiammella di una candela che si sta consumando.<br />
E più piangevano più il loro viso diventava brutto, e alcuni sudditi avevano già iniziato a lamentarsi per avere delle regine non all'altezza del compito.<br />
Intrappolate nei loro vestiti splendenti e nella loro prigione dorata, le bambine iniziarono a pensare alle parole della loro mamma, e a rendersi finalmente conto che avrebbero dovuto ascoltarla.<br />
<br />
Una notte Aurora stava piangendo nel suo letto, fra le lenzuola intessute con fili d'oro e d'argento, quando sentì picchiettare alla finestra.<br />
Si mise in ginocchio sul letto e si pose in attesa, senza osare dire una parola.<br />
<i>Toc toc. Toc toc. Toc toc.</i><br />
"Avanti!" bisbigliò impercettibilmente.<br />
E dalla finestra socchiusa entrò un fanciullo piccolissimo, con le gambe così corte da sembrare che avesse i piedi attaccati alla cintura.<br />
"E tu chi sei?" chiese Aurora guardandolo inorridita.<br />
"Cara amica, ti sento singhiozzare ogni notte da tempo. Mi si stringe il cuore a sentire tanta tristezza e vorrei aiutarti"<br />
La bambina lo guardò altezzosa "Tu vuoi aiutarmi?! Tu?" e indicò con ironia le sue gambe cortissime, mentre tornava a sedersi sul letto, stanca.<br />
Lui non ci fece caso e continuò.<br />
"Sono intrappolato anche io in questo Regno Magico da tanto tempo. Mi avevano detto che se avessi seguito l'ambasciatore sarei diventato bello e forte come un re, e così ho fatto. Sai, a scuola mi prendevano tutti in giro per il mio aspetto fisico, e l'idea di diventare un re mi attirava tanto! Invece, una volta arrivato qui, mi sono accorto che per diventare bello sarei dovuto diventare muto, e quando mi sono rifiutato mi hanno rinchiuso in questo palazzo in attesa che io cambiassi idea"<br />
"Diventare muto?" chiese Aurora.<br />
"Esatto. Per avere la bellezza devo dare qualcosa in cambio. Mi hanno proposto di prendere uno sciroppo che mi manda via la voce, perché dicono che un re bello non ha bisogno di parlare e di pensare."<br />
"Ma è terribile! A cosa serve essere belli se non puoi più parlare, o cantare, o esprimerti?" esclamò Aurora. E solo in quel momento realizzò che la stessa cosa era successa a lei e sua sorella: erano diventate niente più che due statue da ammirare, prive di voce e di volontà. Erano sempre più belle, ma sempre più tristi e sole.<br />
"La bellezza non è tutto", mormorò per la prima volta nella sua vita, "aveva ragione la mamma. E non bisogna credere alle promesse degli sconosciuti, mai!"<br />
<br />
I due bambini passarono la notte ad escogitare un piano di fuga, poi si diedero appuntamento per la notte successiva per stabilire gli ultimi dettagli. Durante la giornata successiva il fanciullo con le gambe corte ripetè il piano anche ad Alba per metterla al corrente.<br />
<br />
Quella domenica un'amara sorpresa accolse i sudditi in fila davanti al trono: la regina si era tagliata i suoi preziosi capelli, aveva le occhiaie gonfie e arrossate e vestiva di stracci, con quella che sembrava una camicia da notte e delle pantofole di pelo rosa.<br />
La sollevazione popolare e il frastuono furono tali che il ciambellano mandò a chiamare l'ambasciatore. Di fronte a tanta bruttezza l'ambasciatore inorridì, e capì che era il momento di cercare una nuova regina.<br />
Le guardie di pelo rinchiusero Alba e Aurora nello stesso palazzo del fanciullo dalle gambe corte, e quella notte tutti e tre insieme riuscirono a scavalcare l'altissimo muro del giardino, aiutandosi a vicenda. Corsero nel buio più lontano possibile dal palazzo, corsero fino a che non spuntarono le prime luci del sole. Si nascosero fra il fitto dei cespugli, e quando passò l'ambasciatore diretto alla porta magica dello specchio, lo seguirono senza farsi notare.<br />
Non restava altro che aspettare in silenzio che tutti si allontanassero, per saltare nello specchio anche loro.<br />
<br />
Quella stessa sera i tre bambini si presero per mano, e guardandosi l'un l'altro per darsi coraggio fecero un salto verso il portale, svanendo in un soffio da quel regno fatato.<br />
Erano passati mesi dalla loro scomparsa, avrebbero trovato ancora la loro casa? e i loro genitori sarebbero stati felici di rivederli? Mentre il tunnel li faceva precipitare veloci verso la loro realtà, i pensieri si facevano sempre più preoccupati.<br />
Un istante dopo erano sdraiate per terra, Aurora e Alba, nella penombra della loro cameretta.<br />
La mamma aprì appena la porta e uno spiraglio di luce buona arrivò dal corridoio.<br />
"Bambine, che ci fate sul pavimento? Su, tornate a letto che prendete freddo"<br />
Le piccole le corsero al collo in lacrime, e non riesco a trovare le parole per descrivere la loro gioia.<br />
"Avete fatto un brutto sogno? Siete cadute dal letto? Cosa è successo principesse mie?" chiese la mamma.<br />
"No mamma, non ci chiamare più così! E per favore, smettila di comprare vestiti per noi, ne abbiamo già a sufficienza. Piuttosto perché non andiamo in libreria domani, a prendere quel libro che ti piaceva tanto da bambina? Così puoi leggercene un po' ogni sera!"<br />
La mamma le guardò meravigliata, e capì che qualcosa era cambiato.<br />
Gli occhi delle sue bambine non erano più rivolti solo su se stesse, ma avevano iniziato a guardare il mondo.<br />
"Ora dormite, che si è fatto tardi!" disse la mamma, e dopo un bacio se ne andò.<br />
<br />
Era stato solo un sogno allora! Anche i capelli erano di nuovo lunghi, e lo specchio, a toccarlo, era duro e freddo come ogni normalissimo specchio della Terra.<br />
Andarono a scuola felici e sollevate quella mattina. E per la prima volta all'intervallo, notarono un bambino in carrozzella spinto dalla sua maestra, in disparte in un angolo del cortile.<br />
Era lui, il principe dalle gambe corte!<br />
Aurora e Alba si avvicinarono e lo guardarono timide.<br />
Chissà perché c'era anche lui nel loro sogno? Chissà se anche lui…<br />
<br />
"Ciao! Vi preferivo con i capelli corti, sapete?" disse lui.<br />
E sorrise, facendo l'occhiolino.<br />
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Rachelehttp://www.blogger.com/profile/11466642271123981534noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4062931817706323401.post-13085824944897931002012-12-18T22:08:00.000+01:002016-10-23T14:40:06.044+02:00La foca e il pinguino<i>Sull'essere amici anche di chi appare diverso. </i><i style="font-family: 'times new roman'; font-size: 13pt;">(età 2-5 anni)</i><br />
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<i style="font-family: 'times new roman'; font-size: 13pt;"><br /></i></div>
<br />
Tanto tanto lontano da noi, in Antartide, viveva una colonia di foche e una di pinguini.<br />
Abitavano vicini, ma non avevano rapporti fra di loro: i piccoli dei pinguini giocavano tutti insieme fra di loro, e così le foche, ma senza mescolarsi mai gli uni con gli altri.<br />
<br />
Un giorno le foche decisero di andare a fare una nuotata, e poco dopo anche i pinguini si tuffarono in acqua fra mille schizzi, dal loro iceberg.<br />
Ad un certo punto un'ombra apparve dal mare profondo, minacciosa e veloce.<br />
Si avvicinava sempre di più, e gli animali terrorizzati scapparono in tutte le direzioni.<br />
Soltanto una piccola foca non riuscì a scappare, incastrata da qualche parte fra le alghe fitte.<br />
La fochina chiedeva aiuto, ma nessuno la sentiva in quel fuggi fuggi generale.<br />
Il mostro marino era sempre più vicino, e tutti erano già scappati.<br />
Soltanto un piccolo pinguino, sentito il grido della foca, si fermò ad aiutarla.<br />
Provò a strappare le alghe con il suo becco, e una dopo l'altra le aveva staccate quasi tutte.<br />
Ma non era finita, e il mostro marino era a due passi da loro: un'orca affamata, golosissima di foche e pinguini.<br />
L'orca aveva sentito il profumo di quei due cuccioli in mare, e aveva già l'acquolina in bocca.<br />
Finalmente anche l'ultima alga fu divelta, e la foca era libera.<br />
L'orca aveva già spalancato le sue fauci, quando la foca gridò al pinguino di attaccarsi alla sua coda.<br />
Lui obbedì, e la foca si lanciò in una corsa folle e velocissima, scappando per un soffio ai dentacci dell'orca affamata.<br />
Foca e pinguino schizzavano via rapidissimi, inseguiti dal mostro sempre più arrabbiato, e sgusciavano a destra e sinistra, ora in alto e ora in profondità, mentre l'orca chiudeva i suoi denti a scatti pericolosissimi, mancandoli sempre.<br />
<br />
Finalmente i due raggiunsero l'iceberg da cui erano partiti, e in un attimo salirono sul lastrone ghiacciato.<br />
L'orca era rimasta a bocca asciutta!<br />
<br />
Gli amici dei due animali li stavano aspettando preoccupatissimi, e quando li videro fecero un grande applauso: Onk! Onk! facevano le foche, sbattendo le loro pinne. Mio! Mio! Mio! gridavano invece i pinguini felici.<br />
La fochina e il pinguino si abbracciarono pieni di gioia.<br />
"Grazie per avermi salvato la vita!" disse la foca.<br />
"Grazie a te: non ce l'avrei mai fatta a scappare a quella velocità dall'orca" e da quel momento divennero inseparabili.<br />
<br />
Ancora oggi in quella zona dell'Antartide pinguini e foche vivono insieme, e i loro cuccioli giocano tutti insieme, perchè hanno capito che unendo le loro forze non c'è alcun nemico che li possa vincere.Rachelehttp://www.blogger.com/profile/11466642271123981534noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4062931817706323401.post-81723486203309813452012-12-15T22:13:00.000+01:002016-10-23T14:40:29.662+02:00I pesci<i>Su alcune leggi fisiche e l'importanza della tenacia </i><i style="font-family: 'times new roman'; font-size: 13pt;">(età 4-8 anni)</i><br />
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<i style="font-family: 'times new roman'; font-size: 13pt;"><br /></i></div>
<i><br /></i>
C'era una volta una piccola città, che aveva un bel parco giochi per i bambini.<br />
Nel centro del parco c'era una grande fontana piena di acqua, e ai bambini piaceva giocare con l'acqua, metterci dentro delle barchette o semplicemente guardare galleggiare le foglie.<br />
Un giorno un bambino molto sveglio di nome Paolo, parlò con i suoi amici e propose loro di riempire la fontata di pesciolini rossi, perchè sarebbe stato molto bello avere una fontana con dei pesci.<br />
E così l'indomani ogni bambino portò dei pesciolini rossi colorati e ritagliati da fogli di carta.<br />
Quando li immersero in acqua, per un po' fu un bellissimo spettacolo, ma ben presto la carta si impregnò di acqua e si sbriciolò tutta.<br />
Dovettero quindi raccogliere con il retino tutta la carta nella fontana, e tornarono a casa delusi.<br />
<br />
L'indomani Paolo, che era molto furbo, portò alla fontana dei pesciolini rossi colorati e disegnati su un foglio plastificato.<br />
In effetti il foglio non si sbriciolò, ma la plastica che era leggera galleggiava sull'acqua, e non era bello vedere quei pesciolini galleggiare sulla superficie e andare ad intasare i buchi della fontana.<br />
Così anche quella volta dovettero usare il retino per raccogliere i disegni.<br />
<br />
Ma Paolo non si diede per vinto.<br />
Tornò ancora alla fontata: questa volta aveva raccolto dei sassi allungati e grossi e li aveva colorati di rosso. Ma anche quella volta, l'effetto non fu quello desiderato: i sassi che erano pesanti precipitarono sul fondo, e non si videro più.<br />
Paolo a quel punto fece un grosso sospiro, e si diede per vinto. Non aveva più idee per popolare la fontana di pesci.<br />
<br />
Poco distante un anziano signore, da dietro al suo giornale, aveva osservato tutto, come ogni giorno. Scendeva al parco con il suo cagnolino e leggeva il giornale tutti i giorni.<br />
Quella volta chiamò Paolo e gli disse: "Ti ho osservato, e ho notato che sei un ragazzo in gamba e che si impegna tanto per ottenere quello che vuole. Ho pensato di aiutarti. Vieni qui domani con un bell'osso per il mio cane e vediamo che cosa si può fare per i pesci."<br />
<br />
Paolo l'indomani arrivò alla fontana con un osso enorme: si era fatto regalare dal macellaio l'osso di una bistecca, e il cagnlino lo gradì tantissimo.<br />
Il signore anziano gli diede in mano una scatoletta di vetro: "Qui dentro ci sono delle uova di pesce. Versale in acqua delicatamente, e nel giro di qualche giorno vedrai che la fontana si popolerà di pesci"<br />
Paolo era al settimo cielo. Prese la preziosa scatoletta, che conteneva tante minuscole palline rosse e lucide, e le versò poco per volta in acqua. Poi tornò a casa.<br />
<br />
Passarono i giorni, e Paolo si recava sempre alla fontana: con la pioggia, con il sole, voleva controllare i suoi pesci.<br />
E finalmente, dopo dieci giorni esatti, quando arrivò trovò una bellissima sorpresa: la fontana era piena zeppa di pesciolini rossi!<br />
Paolo era felicissimo, chiamò tutti gli altri bambini a vedere quello che era riuscito a creare, e tutti insieme giocarono con i pesci, divertendosi un mondo a dar loro briciole di pane.<br />
Il giorno successivo Paolo tornò ancora alla fontana: aveva portato un intero osso di prosciutto per il cagnolino del vecchietto: voleva ringraziarlo.<br />
<br />
Ma quel signore non venne. E non venne neppure il giorno dopo, né si vide più al parco, e con lui non tornò neanche il cagnolino.<br />
Paolo lo ringraziò mentalmente, e sorridendo corse alla fontana ad osservare quei bei pesci, i suoi pesci, che riempivano la fontana di allegria.Rachelehttp://www.blogger.com/profile/11466642271123981534noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4062931817706323401.post-73234439339954129072012-12-13T22:09:00.001+01:002016-10-23T14:40:51.188+02:00Uno strano viaggio<i>Per chi ha paura del buio </i><i style="font-family: 'times new roman'; font-size: 13pt;">(età 3-6 anni)</i><br />
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<i style="font-family: 'times new roman'; font-size: 13pt;"><br /></i></div>
<br />
Vivevano una volta, in una campagna tanto ma tanto lontana, un cavallo, un cane e un gattone che erano cresciuti insieme in una fattoria, e per questo erano molto amici.<br />
Erano ormai diventati vecchi, e dopo essere stati cacciati di casa dal fattore perchè non gli servivano più a molto, si erano ritirati a vivere in un casolare abbandonato.<br />
Un bel giorno di primavera però, i tre amici decisero che era arrivato il momento di fare un viaggetto tutti insieme, e così partirono all'avventura pieni di entusiasmo.<br />
<br />
Camminarono tantissimo, passarono attraverso un fitto bosco, superarono ruscelli e colline, e finalmente arrivarono in un posto sconosciuto, che gli umani chiamavano "savana".<br />
Poichè erano un po' stanchi dopo quella lunghissima camminata, decisero di fermarsi e riposare in quel posto bello e così strano.<br />
Si misero alla ricerca di una fattoria, ma ben presto si resero conto che nella savana non c'erano fattorie. "Che strano posto, questo senza fattorie!" pensarono.<br />
Così decisero di comune accordo di trovare riparo fra un folto albero dai rami pendenti, che poteva far loro da tana e tenerli al sicuro nella notte.<br />
<br />
Il sole stava calando velocemente, e all'improvviso, nella penombra, videro stagliarsi contro il cielo rosso del tramonto un essere mostruoso: aveva cinque zampe lunghissime, un collo ancora più lungo e in cima una foltissima esplosione di strani capelli che si spandevano in tutte le direzioni.<br />
I tre amici erano spaventatissimi: non avevano mai visto una creatura del genere, ed erano sicuri che fosse terribilmente cattiva e affamata.<br />
Tremando come una foglia, il gatto e il cane si avvicinarono sempre di più al cavallo, finchè arrivarono ad infilarsi fra le sue zampe eleganti, e da lì non si mossero più.<br />
Il mostruoso animale sconosciuto si avvicinava sempre di più, un passo dietro l'altro, silenzioso e pericolosissimo ("<i>Tumpf...Tumpf... Tumpf...</i>").<br />
I tre poveri animali erano rintanati sotto l'albero e non osavano nemmeno respirare, tanta era la paura.<br />
Le zampe lunghissime dell'ombra del mostro arrivarono fin quasi a sfiorarli, poi lo strano collo lunghissimo e peloso si perse fra le fronde dell'albero generando forti fruscii ("<i>SCCCCCC! CRACK! SSCCCCCC!"</i>), e per la paura, chiusero stretti stretti gli occhi e non osarono più riaprirli.<br />
<br />
Era già mattina quando i tre amici si accorsero che il sole era già sorto.<br />
Il mostro era ancora lì, e non si muoveva.<br />
Il cane e il gatto ebbero ancora così tanta paura che in un balzo saltarono sulla groppa del cavallo, che per grossa sfortuna nitrì dallo spavento e dallo sforzo improvviso.<br />
Non lo avesse mai fatto!<br />
<br />
Il mostro si mosse e li guardò fisso fisso.<br />
Guardò e scrutò con i suoi terribili occhi in mezzo alle fronde dei rami, perchè per fortuna erano ben nascosti, finchè i loro sguardi si incrociarono e i loro occhi si trovarono a pochi palmi di distanza.<br />
E allora si alzò un grido terrificante.<br />
<br />
"HUOOOO-YYYYYYY!" urlò il mostro, e la sua testa iniziò a muoversi, a ondeggiare, divenne enorme e sbatteva, sbatteva nel cielo in maniera così strana da sembrare prendere vita.<br />
I tre lo videro e non riuscirono a trattenersi: "HIIIIIIIIIIIIIIIII-BUUUUUUU-MIAAAAAOOOOO" urlarono di rimando il cavallo, il cane e il gatto, quasi svenuti dalla paura.<br />
<br />
Il mostro dalle lunghissime zampe e dal collo ancor più lungo, sentendoli urlare, pensò che quello era l'essere più strano e spaventoso che avesse mai visto: un grosso corpo scuro da cui spuntavano ben tre teste, una più grossa dell'altra, che emettevano suoni tutti diversi fra loro!<br />
E spaventato, urlò ancora di più.<br />
<br />
Ma mentre urlavano tutti insieme, finalmente si videro bene.<br />
<br />
Il mostro altri non era che una giraffa, e appollaiato in cima al collo della giraffa si trovava beato un grosso uccello del Paradiso, che come tutti voi bambini sapete, ha una lunghissima e foltissima chioma.<br />
E i nostri cari amici cane e gatto, saliti in groppa al cavallo, nell'oscurità delle foglie gli erano sembrati a loro volta un bruttissimo mostro con tre teste.<br />
<br />
I cinque animali si guardarono e smisero di urlare.<br />
Poi tutti insieme iniziarono a ridere, prima sommessamente, poi forte e di gusto, scaricando così tutta la paura e la tensione accumulata.<br />
Risero tantissimo e risero ancora, finchè capirono che al buio anche le cose più semplici possono prendere sembianze mostruose, senza per questo essere affatto pericolose!<br />
<br />
Da quel momento non si separarono più, e passarono tutti i giorni delle loro vacanze insieme, facendo bagni nel lago, brucando erba fresca, mangiano foglie tenerissime e divertendosi come pazzi a spaventare tutti gli altri animali della savana.<br />
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<i>Con questo racconto partecipo al contest</i>:<i><span style="color: #666666;"><a href="http://ilmondodascoprire.blogspot.it/2012/12/contest-raccontami-una-storia.html">http://ilmondodascoprire.blogspot.it/2012/12/contest-raccontami-una-storia.html</a></span></i><br />
<i><span style="color: #666666;"><br /></span></i>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmvMAR214weO10iAig7Fd97xh3Eqlf2V5O6gYElOhZFHsDqQoGDDtFYU5J_XfFhAvt8JY8PTJAl7bIbraDKRHwdySAbrE7bp6sqZG1bdJCdnfJZUr2aOxwuUbtlVshAU-hOXCsSY6eVCw/s1600/contest_storia.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" /></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<i><span style="color: #666666;"><br /></span></i>Rachelehttp://www.blogger.com/profile/11466642271123981534noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4062931817706323401.post-73774213165708148562012-10-31T09:34:00.000+01:002016-10-26T22:46:46.109+02:00La fatina della nanna<i>Per chi non vuole andare a letto </i><i style="font-family: 'times new roman'; font-size: 13pt;">(età 3-6 anni)</i><br />
<div>
<i style="font-family: 'times new roman'; font-size: 13pt;"><br /></i></div>
<i><br /></i>
C'era una volta, un tempo lontano lontano, una famigliola felice che viveva in una casetta nel bosco.<br />
C'era una mamma, un papà, e una bambina bionda con le treccine.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBjeIjdGw1GoCnN2hrV407_GyJp2W2a_SnBbkI8yscNtcUC1cz53cwWw-X9ktd8JhxrJMEGIZ8bGb_Jg3NO_lv5rycKNn0wEN1ZfThgnVwmZFNV3_E8Gd1TTLR0EYK5hFzma3cEAUXH0A/s1600/storiarachele1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBjeIjdGw1GoCnN2hrV407_GyJp2W2a_SnBbkI8yscNtcUC1cz53cwWw-X9ktd8JhxrJMEGIZ8bGb_Jg3NO_lv5rycKNn0wEN1ZfThgnVwmZFNV3_E8Gd1TTLR0EYK5hFzma3cEAUXH0A/s400/storiarachele1.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="font-size: 13px;">Papà, mamma e la bambina davanti alla loro casetta</td></tr>
</tbody></table>
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Questa bambina però non voleva mai dormire e i genitori, pensando di farla contenta, non insistevano mai, lasciandola giocare per tutta la notte.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTX7gqFNd4VaVqsFT6RzQyARXJ-KjP-tloQRLugp4QiSS0Xj5YiBQ6yk6MColN3E9DtLkPwgc7D-093AvQAsHC2LOdks_ADQC4gj2gm6HnD6alg5Ls4c48bAozmmKM2mxqQpnHcYkDhWI/s1600/storiarachele2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="262" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTX7gqFNd4VaVqsFT6RzQyARXJ-KjP-tloQRLugp4QiSS0Xj5YiBQ6yk6MColN3E9DtLkPwgc7D-093AvQAsHC2LOdks_ADQC4gj2gm6HnD6alg5Ls4c48bAozmmKM2mxqQpnHcYkDhWI/s400/storiarachele2.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="font-size: 13px;">La notte i genitori dormivano, ma la bambina continuava a giocare</td></tr>
</tbody></table>
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Lei credeva di essere fortunata ma...<br />
Passarono alcuni anni, e la bambina non cresceva proprio.<br />
Era rimasta piccola come una bimba appena nata, e anzichè diventare una bella fanciulla, il suo volto si era riempito di rughe che l'avevano resa tanto brutta da sembrare una vecchietta. Anche le sue trecce bionde si erano sfibrate, e avevano il colore della paglia bruciata.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2zm9GOTr8GSZeZIBunIynBfFnWx0VV9s7qdXbiI4OBjh24EadqJI_LkoMrJU3p0eqAWy76skEDsvChCmqczHwZXJl-SP0Tkcc38l4ZPyytpEk9RylDLgj_TFkm4uyB_rEHAARchyphenhyphenyowI/s1600/storiarachele3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2zm9GOTr8GSZeZIBunIynBfFnWx0VV9s7qdXbiI4OBjh24EadqJI_LkoMrJU3p0eqAWy76skEDsvChCmqczHwZXJl-SP0Tkcc38l4ZPyytpEk9RylDLgj_TFkm4uyB_rEHAARchyphenhyphenyowI/s320/storiarachele3.jpg" width="214" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="font-size: 13px;">Senza dormire le le trecce diventavano sfibrate e gli occhi gonfi</td></tr>
</tbody></table>
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La mamma e il papà non riuscivano a capire per quale motivo la loro bella figliola avesse avuto questa condanna, e la portarono da un grande mago.<br />
Quando il mago la visitò, così disse:<br />
"Questa bambina è diventata brutta come una vecchia e capricciosa come la più antipatica delle bambine per un solo motivo: non dorme a sufficienza. E voi genitori, se non l'avete mai mandata a letto, significa che non siete dei bravi genitori, perchè il vostro compito era quello di fare il bene della bambina, e non quello di accontentarla in tutto.<br />
Per questo motivo, da ora in poi la bambina verrà a vivere con me."<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh73_p6d8WuOJ3sYpbw3dt47g_UsSFwtcXtePstU1X1FAnQo797U21ufALW2wQQjJK2rUZFnG_yumV2NLSCPyOmrp0D3ZQRaC8DNETXGCp-w3VEP3QRJpqRd1SCqccM2v7DIknZ0wRolgY/s1600/storiarachele4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh73_p6d8WuOJ3sYpbw3dt47g_UsSFwtcXtePstU1X1FAnQo797U21ufALW2wQQjJK2rUZFnG_yumV2NLSCPyOmrp0D3ZQRaC8DNETXGCp-w3VEP3QRJpqRd1SCqccM2v7DIknZ0wRolgY/s320/storiarachele4.jpg" width="227" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="font-size: 13px;">Il mago la porta a vivere con sé</td></tr>
</tbody></table>
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I genitori capirono immediatamente l'errore che avevano fatto, e furono contenti che il mago si prendesse cura di lei. Doveva salvare quella bambina prima che si trasformasse definitivamente in una strega malvagia.<br />
<br />
E così il mago la condusse nel suo castello, le diede la stanza più bella e accogliente e la fece dormire con una ninna nanna così dolce da fare addormentare tutti quelli che l'ascoltavano.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRa05CymEA_ZhegIXA9i9ZzsoIDVxXcbQnfhTjsLc1MCIM9iqmWu3pjzjY_bgtIZxQoPmSIYMCCTUlRol1-kJn8V4ia-jhDndAq31bOGlQXYcuwPtn_i3cXmLTiH9R2GALxQYAEQOwVoY/s1600/storiarachele5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="314" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRa05CymEA_ZhegIXA9i9ZzsoIDVxXcbQnfhTjsLc1MCIM9iqmWu3pjzjY_bgtIZxQoPmSIYMCCTUlRol1-kJn8V4ia-jhDndAq31bOGlQXYcuwPtn_i3cXmLTiH9R2GALxQYAEQOwVoY/s320/storiarachele5.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="font-size: 13px;">La bambina dormì per giorni e notti</td></tr>
</tbody></table>
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La bambina dormì per giorni e notti, e ancora giorni e ancora notti, finchè un bel mattino si svegliò finalmente riposata.<br />
Si diede una stiracchiata e scese dal letto.<br />
O meglio, cadde dal letto! E face una caduta grandissima, perchè durante la notte il letto era diventato altissimo e la bambina non era riuscita a toccare per terra con i piedi.<br />
Com'era possibile?<br />
La bambina si guardò allo specchio e... che sorpresa!<br />
La sua pelle era diventata del colore delle pesche, soffice come il velluto e luminosa come la seta. Le sue trecce erano tornate a risplendere del colore del sole, ed era diventata bellissima.<br />
Era così sorpresa, che da principio non si accorse che le erano spuntate due minuscole alucce trasparenti proprio dietro le spalle, e che in realtà non era stato il letto a crescere durante il sonno, ma era lei che era diventata piccola piccola, delle dimensioni di un uccellino.<br />
<br />
Che cos'era successo?<br />
In quel momento la porta della sua bella stanza si aprì, e il buon mago entrò sorridente.<br />
"Ti sei svegliata finalmente, figlia mia. Hai dormito per quasi un anno, e mentre dormivi sei diventata una fata"<br />
Una fata! Non riusciva a credere alle sue orecchie!<br />
"Da oggi tu sei la fatina della nanna, e vivrai nel castello dorato delle fate, in riva al laghetto. Le altre fate saranno tue amiche per la pelle e sarai felice con loro, vedrai"<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-FfkKejEy7lf-_Sk_dmKyeIqTPmHAObsbS7cJKECD6VEuMbMU9S7RjNIjU5qBvAPQfh0q6svNDMcYiHjbnlXjiAp6WOyX68fxvee1CUltCHbAlF89ncvX8yW8vL3LbxOb4Oj1ugIH_J8/s1600/storiarachele6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="247" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-FfkKejEy7lf-_Sk_dmKyeIqTPmHAObsbS7cJKECD6VEuMbMU9S7RjNIjU5qBvAPQfh0q6svNDMcYiHjbnlXjiAp6WOyX68fxvee1CUltCHbAlF89ncvX8yW8vL3LbxOb4Oj1ugIH_J8/s400/storiarachele6.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="font-size: 13px;">La bambina è diventata una fata e vola verso il castello sul lago</td></tr>
</tbody></table>
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E fu proprio così che quella bambina capricciosa e vecchia, che non aveva mai dormito, divenne una bellissima fata che andava in giro di notte per vegliare sui bambini che dormono.<br />
La fatina passa in ogni casa in cui vive un bambino, e se il bambino sta dormendo gli fa una carezza magica che gli regala bellissimi sogni.<br />
Se invece il bambino è ancora sveglio la fata si arrabbia tantissimo, agita il suo sedere e fa scendere sul bambino sveglio una polverina magica che lo fa diventare in pochissimo tempo capriccioso, piagnucoloso e brutto.<br />
Proprio come era diventata lei quando non dormiva mai!<br />
<br />
Ecco perchè i bambini che non dormono sono sempre di cattivo umore, fanno i capricci e hanno gli occhi tutti gonfi: la fatina della nanna li ha scoperti, e li vuole avvertire che devono proprio andare a letto.<br />
E siccome io sono una brava mamma, tesoro mio, ora ti porto nel tuo lettino e ti canto la bellissima ninna nanna che mi ha insegnato proprio il buon mago, tanto tanto tempo fa...<br />
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<u>Storia e testi</u>: Rachele.<br />
<u>Disegni</u>: <a href="http://www.mammemoglisclerate.blogspot.it/">Scleros</a><br />
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Rachelehttp://www.blogger.com/profile/11466642271123981534noreply@blogger.com30