22 ottobre 2016

Il leprotto con le stampelle

Per chi dice bugie e si fa beffe degli altri. (età 3-6 anni)


In quella radura vivevano felici e spensierati.
Erano in tanti a popolare tutte quelle buche nel terreno. Alcune si erano formate da sole fra le radici di certi alberi, in seguito alle piogge, altre le avevano scavate loro.
La popolazione dei leprotti selvatici viveva in serenità, e bastava stare attenti alle aquile che si precipitavano di tanto in tanto dal cielo, in picchiata per catturare qualche preda.
Erano ottantotto leprotti, tutti con la codina a forma di pon pon e le zampette robuste.

Un giorno il giovane leprotto Tip Tap ebbe un piccolo incidente, e si fece male ad una zampa. Il dolore non gli era passato nemmeno il giorno dopo, così l'anziana lepre della comunità capì che bisognava tenere la zampa a riposo.
Leprotto fu costretto a rimanere sdraiato per molti giorni, senza sforzare la zampetta, e tutti gli altri membri del gruppo si alternavano con premura per portargli cibo e acqua, e gli amici lo facevano giocare per non lasciarlo solo ad annoiarsi troppo.
"Tip Tap ti ho portato una carota tenera e appena raccolta dal campo del contadino" diceva qualcuno.
"Tip Tap ho trovato un bulbo di rapa fresco e succoso, ho subito pensato a te!" diceva qualcun altro.
Tip Tap mangiava, beveva, sonnecchiava tanto e si divertiva con i suoi amici che andavano a trovarlo.
Dopo quei giorni passati immobile, il saggio del paese gli concesse di alzarsi e muoversi con l'aiuto di due piccole stampelle di legno: "Ormai il peggio è passato, ma non puoi ancora appoggiarti troppo sulla zampetta. Cammina aiutandoti con questi bastoncini e nel giro di un paio di settimane non ne avrai più bisogno"

Passavano i giorni e Tip Tap riusciva ad andare dove voleva con le sue stampelle, ma stranamente non guariva, e si muoveva sempre molto lentamente. Gli amici lo aiutavano a fare tutto, e continuavano a portargli e verdure da sgranocchiare perchè lui si sentiva troppo debole per andarne in cerca da solo. E quando giocavano, lui aveva sempre la parte che preferiva, si sedeva nel posto migliore e spesso lo facevano vincere apposta per accontentarlo!
Dopo tre mesi interi Tip Tap si lamentava ancora, e tutti continuavano a coccolarlo.
"Come sono sfortunato!" piagnucolava il leprotto, "Voi tutti potete correre dove volete e io invece sono sempre costretto a sedermi qui, senza potermi divertire come voi!"

Un giorno un amico leprotto di nome Top lo vide allontanarsi lentamente dalle tane fra le radici. Tip Tap si guardava attorno con una strana aria sospetta e si dirigeva verso il fiume. Il suo amico Top si incuriosì e decise di seguirlo senza farsi vedere.
Tip Tap zoppicava visibilmente, ma più si allontanava dal villaggio e più riusciva a camminare veloce. Arrivato alla sponda del fiume, il leprotto lasciò le sue stampelle per terra e si avvicinò all'acqua. Infilò una zampina nel fiume e sorrise di piacere.
"Ah! Che bello sentire l'acqua fresca! Ci vuole proprio un bel bagnetto in una giornata calda!" sospirò Tip Tap parlando ad alta voce.

Top lo spiava da dietro a un cespuglio: "Rimango qui a controllare. Se Tip Tap dovesse avere bisogno di aiuto ci sarò io ad aiutarlo, e tutti mi considereranno un grande eroe!" pensò.
Tip Tap entrò in acqua e iniziò a nuotare. E poi a saltellare dalla gioia, finchè il leprotto uscì perfino dal fiume, corse fino ad una roccia piatta ai margini del corso d'acqua, e da lì saltò e si tuffò facendo capriole e tuffi acrobatici.
Top non credeva ai suoi occhi!
"E così eccolo qui, il povero leprotto zoppicante! Riesce a correre e a saltare come vuole, ma nel villaggio continua a fingere di star male…  Qui ci vuole una lezione!" pensò Top molto arrabbiato per essere stato preso in giro fino a quel momento.

Top tornò di corsa al villaggio senza farsi vedere da Tip Tap, e chiamò a raccolta tutti i suoi amici.
"Amici, siamo stati imbrogliati per mesi! Ho visto Tip Tap al fiume saltare, fare tuffi e correre a perdifiato senza le sue stampelle, e faceva perfino le capriole!"
Gli amici erano indignati.
"Ci vuole una lezione!" diceva uno.
"Dobbiamo punirlo!" gridava qualcun altro.
"Affrontiamolo subito" si lamentavano gli altri.
Ma Top ebbe un'idea. "Che ne dite di questo piano? Potremmo…" e chiamati attorno a lui tutti i leprotti, espose il suo piano per smascherare l'imbroglione.
Quando Tip Tap finì il suo bagno non aveva la minima idea di quello che stava succedendo al villaggio. Riprese le stampelle e tornò indietro, fingendo la solita camminata zoppicante.
Quando arrivò tutto sembrava normale. Ma dopo pochi minuti sentì un grido.
"Le aquile! Arrivano le aquile!"
Tip Tap si guardò attorno e vide che ogni leprotto lasciava la su attività per guardare il cielo.
"Mettetevi tutti in salvo! Le aquile stanno arrivando!" gridò suo zio lepre.
"Presto, ai nascondigli! Tutti alle tane" urlò il saggio del villaggio.
E in quel fuggi fuggi generale Tip Tap dimenticò la sua pantomima, iniziando a correre anche lui a perdifiato verso la tana.
Corse veloce e senza badare agli altri, perchè quando incombe un pericolo così grande non hai il tempo di guardarti intorno.
Quando arrivò alla sua tana ansimava ancora e continuava a guardare il cielo alla ricerca delle spaventose aquile. Ma nulla, non si vedeva nulla.

"Ehm ehm…" sentì dire dall'interno della tana.
Si girò e vide che un folto gruppo di lepri lo aspettavano nella tana. Poi guardò fuori e vide che altre lepri si avvicinavano al suo buco, con aria molto seria e arrabbiata.
Solo allora si rese conto che non aveva con sé le stampelle.
"E così ti sei preso gioco di noi fino ad oggi, eh?" gli chiese la mamma.
"Hai finto di avere dolore per essere servito e coccolato, eh?" gli disse il papà.
"E ci hai mentito ogni giorno per avere le parti migliori nei giochi, eh?" aggiunse Top.
"E' comodo se tutti ti portano da mangiare senza dover più andare in giro a cercar cibo, eh?" concluse lo zio.
Tip Tap non sapeva cosa rispondere, e abbassò la testolina per la vergogna.

Fu l'anziano saggio del villaggio a trovare una soluzione:
"Tutti quelli che si sono sentiti beffati dal ragazzo rimangano qui. Gli altri possono andare"
Una dozzina di lepri, fra parenti e gli amici più intimi, rimase nella tana mentre gli altri uscirono a poco a poco.
Tip Tap non osava guardarli in faccia.
"Ragazzo, costoro ti hanno servito per tre mesi nonostante tu non ne avessi più bisogno. Ecco la tua punizione: farai con loro quanto loro hanno fatto a te! Ogni giorno sceglierai qualcuno a cui porterai cibo e acqua, e aiuterai i tuoi amici a vincere nei giochi, lasciando le parti migliori agli altri. Per tre mesi. Solo allora il tuo debito sarà ripagato, perché chi la fa l'aspetti"

E così il leprotto che aveva fatto il furbo, diventò un esempio di obbedienza e dedizione, e senza la minima obiezione continuò a servire e coccolare e viziare tutti coloro che lo avevano fatto con lui.
E anche se ogni tanto gli veniva un po' di male alla zampetta, non ebbe il coraggio di dirlo a nessuno, e strinse i denti senza un solo lamento.
E vi dirò di più: dopo che furono passati i tre mesi si accorse che gli piaceva così tanto prendersi cura degli altri, che continuò a farlo con piacere, senza più alcun obbligo!


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